Jacopo Capanna: Per il cinema ho fatto follie
L’arte cinematografica lo ha divertito, sfidato, soprattutto appassionato.
Quasi amoroso il sentimento che Jacopo, Capanna produttore e distributore pionieristico nella storia del nostro paese, nutre verso il cinema e che affonda le radici in un’infanzia da sogno, mentre cresceva circondato da divi del cinema dei primi anni ’70, registi di fama mondiale, sceneggiatori, costumisti, a tu per tu con i figli coetanei di Marcello e Suso D’Amico.
Livornese di nascita, il giovane Jacopo trascorre le sue estati nellav di famiglia di Castiglioncello, che tutt’oggi per lui conserva il sapore dolce della terra madre, pregna di linfa e vitale energia, come la Tara delle magiche immagini di Via col vento.
Una terra cui tornare obbligatoriamente e ripetutamente nel corso dell’intera esistenza, nonostante tutto e tutti, per compiere riti di rigenerazione.
La stessa “Patria dell’anima”, si può dire, che anche per il nostro compianto “Professore” significava il ritorno alle certezze dell’infanzia – con malinconia, proustiana certe volte – dove tanta passione per la cultura era sbocciata e fiorita negli anni d’oro in cui la piccola località labronica era meta di prodigiosi esponenti dell’arte e della letteratura italiane (rimando per questo all’approfondimento dei video realizzati dalla Fondazione Spadolini, in occasione dei venticinque anni dalla scomparsa del suo fondatore, disponibili sul canale Youtube di Nuova Antologia e sul sito www.nuovaantologia.it).
Nella casa di Castiglioncello, si diceva, vicina a quella della famiglia D’Amico, in Jacopo si accende la passione per il cinema, che lo trascinerànprima a Roma poi negli Stati Uniti e che, cavalcando l’onda del nascente mercato della distribuzione cinematografica, si trasformerà in un modus vivendi – più ancora che in una professione – tanto faticoso quanto scintillante, pernintendere il quale vale davvero il motto “Il rischio è il mio mestiere”.
Tra le sue distribuzioni in Italia, Capanna vanta grandi successi di botteghino – su cuipochi in molti casi avrebbero scommesso – come Ace Ventura l’acchiappa animali, Robin Hood il principe dei ladri e Twilight, per dirne alcuni.
Ha lavorato con registi come James Cameron e produttori come Larry Kasanoff. Da Marcello Mastroianni è stato trattato come unnfiglio, essendo cresciuto a fianco della primogenita Barbara.
Ha vissuto da protagonista le grandi trasformazioni portate dalla liberalizzazione dell’etere, dalle ripetute ondate colonizzatrici da parte della cultura americana, dallo svilimento del mestiere dell’attore che all’alba del nuovo millennio passaad essere da star del cinema a cometa del reality.
Nel libro Gentiluomini di fortuna.
Il cinema, la televisione, qualcosa di me (Ensemble editore), Jacopo Capanna ripercorrela genesi e l’evoluzione – comprese le altalenanti involuzioni – di una carriera sempre appesa a un filo, balia dei venti della politica e della finanza, che facilmente porta dalle stelle alle stalle e viceversa, se quella che si sta giocando si rivela una mano fortunata.
Lo stile ironico e smaliziato della scrittura lascia intendere la naturale tendenza dell’autore a sdrammatizzare tante situazioni che per altri avrebbero comportato forti mal di fegato.
Però poi, la meticolosità nella ricostruzione di fatti, contesti storico-sociali, date e soprattutto nomi e cognomi nella narrazione, rivelano per intero la passione per la storia – confermata nelle righe dell’intervista che segue così come un fondamentale rispetto per il prossimo, anche quando questi si riveli un competitor spietato…
D’altro canto C’est la vie e c’est le cinema…
Intervista completa sul numero 4/2019 di Nuova Antologia disponibile online su: