Site icon Caterina Ceccuti

I tre obsoleti: Noi esploratori dell’abbandono

I tesori d’arte custoditi in Italia sono memento continuo della ricchezza culturale del nostro paese. Non si parla soltanto della conclamata qualità delle opere, ma anche -e senza presunzione- della quantità. La bellezza stipata nei depositi dei musei che non trova posto in esposizione basterebbe a inorgoglire paesi di felice tradizione e indubbia potenza economica, che si ritrovano ad esporre al pubblico appena un numero esiguo di opere, nel contesto di ampi locali che invece farebbero molto comodo a noi. Ma ricondurre la questione della tutela e valorizzazione dei beni culturali ad una mera questione di spazi sarebbe assolutamente improprio, anche perché, con tutti i limiti del caso, le opere conservate nei musei, nelle biblioteche o nelle pinacoteche del bel paese sono protette dagli attacchi del tempo e dell’incuria, a differenza dello sterminato patrimonio architettonico distribuito lungo tutta la penisola che purtroppo non possiede la stessa fortuna. Ville, colonie, chiese, interi borghi a tutt’oggi poco conosciuti, per niente tutelati e, soprattutto, pericolosamente abbandonati a se stessi. A riportare la mia attenzione sulle condizioni a dir poco fatiscenti di un numero incredibile di edifici storici, sono stati due ragazzi toscani poco più che ventenni, che attraverso un curioso blog chiamato “I tre obsoleti. Gli esploratori dell’abbandono” da anni conducono una lodevole campagna di denuncia e sensibilizzazione a livello nazionale, dedicata proprio al valore della “riscoperta” dei tesori dimenticati. “Ci sono chiese mangiate dall’edera -racconta Daniel Santucci, fondatore del gruppo di cui si parla-, borghi fantasma, antichi ospedali inghiottiti dai rovi, magnifiche ville affrescate, un tempo simbolo di vita e di benessere, che rappresentano veri e propri scrigni d’arte ma che stanno letteralmente cadendo a pezzi. Qui, camminando in mezzo alle suggestive rovine, si può davvero sentire il respiro della storia”. Sono oltre 400 i luoghi storici fatiscenti in Italia visitati e documentati fotograficamente dal gruppo de “I tre obsoleti”. E se quattrocento potrebbe già sembrarci un numero da capogiro, si tenga invece conto che l’Italia possiede circa due milioni di edifici abbandonati (i dati si riferiscono ad un’indagine condotta nel 2019 dal Centro Studi Casa Ambiente Territorio…in pratica, circa il 6% di tutto il patrimonio immobiliare nazionale sta andando in rovina ). Il progetto di ricerca (che non è ancora un’associazione ma che non è escluso lo diventi in futuro) nasce da una passione pura, quella che Santucci sviluppò già in età infantile, quando appena quattordicenne si trovò ad entrare per caso o per gioco in una casa abbandonata, dove si trovavano una grande quantità di affreschi e richiami storici. Ne rimase colpito a tal punto da desiderare che tanta bellezza potesse in qualche modo tornare all’antico splendore.
“Il progetto vero e proprio però nasce nel 2016 -spiega in un’intervista a Nuova Antologia-, quando notai che ogni volta che pubblicavo sul mio profilo Facebook alcuni scatti di bellissimi edifici in stato fatiscente, molte persone ne restavano incuriosite e mi contattavano, magari perché riconoscevano nelle immagini luoghi situati nei pressi delle loro città, oppure perché scoprivano di essere prossimi a una chiesa o a una villa storica di cui fino a quel momento ignoravano completamente l’esistenza. Decisi così di “raccontare” questi luoghi sul blog, ricostruendone la storia e documentandone lo stato di abbandono, con l’intento di attirare l’attenzione pubblica su queste memorie storiche ricche di bellezza».
Un impegno assolutamente non a scopo di lucro che, a differenza di molti esponenti del più recente fenomeno “Urban explorer” -peraltro assai di moda di questi tempi- non mira all’esibizionismo ma a mettere il proprio lavoro a disposizione di una causa di pubblico interesse, come appunto il recupero e la tutela del patrimonio storico collettivo.
Stiamo parlando di autoscatti, per lo più, pensati e studiati nei minimi dettagli, per evocare nello spettatore emozioni abbastanza  da portarlo a pensare “Guarda cosa mi sono perso fino ad ora e cosa sto rischiando di perdere per sempre…”
Il blog è un autentico viaggio, in Italia e non solo, alla scoperta di ville, colonie, chiese, borghi fantasma, ospedali, discoteche, fabbriche e manicomi abbandonati da decenni e oggi quasi esclusivamente sede di bivacchi e vandalismi. “In ogni scatto -sottolinea Santucci- io cerco di far sentire allo spettatore che questi luoghi sono ancora vivi e che hanno moltissimo da offrire. Cercando sulle mura affrescate, nei soffitti a cassettoni, tra gli elementi di arredo abbandonati come per esempio tavoli, sedie e piatti, si possono trovare tracce di una storia (la nostra) tutta da raccontare” (…)
L’articolo completo è disponibile sul numero 3/2020 di Nuova Antologia, acquistabile in libreria oppure da sito www.leonardolibri.com
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